giovedì 29 marzo 2012

Karnea - che fine hanno fatto?


Altro giorno, altra band scomparsa. I Karnea si erano fatti conoscere nei primi anni del 2000, una versione un po' più ruvida dei Verdena, piuttosto bravi nel loro riproporre il grunge, mi piacevano abbastanza. Avevano firmato con la Jestrai e tutto andava bene, finché non passarono a una major che purtroppo li affossò completamente e da allora non se ne è più avuta notizia. Spesso penso che alcune major non investano bene nei gruppetti più piccoli e meno mainstream che inevitabilmente cadono nel dimenticatoio, perciò questi farebbero bene a rimanere con etichette minori e a non puntare subito a fare il botto. Voi li conoscevate?


Non senti mai
una certa inutilità?

mercoledì 28 marzo 2012

Garbage - Battle in Me - il nuovo singolo



E' finalmente uscito il nuovo singolo dei Garbage!
Personalmente li adoro e questa canzone ha sempre un bel mordente rock'n'roll, forse è un po' più elettronica del solito ma nulla da eccepire, davvero bella.
Il testo è un po' cupo e da amore disperato, come piace a me che non a caso sono una grande fan di Shirley Manson, che dei Garbage è la cantante.


It’s a bloody war
Of attrition
Let’s see which one of us
Is gonna last tonight
‘cause I have all of my whips
Around me
And I’ll be damned


E’ una Guerra sanguinosa

Di logoramento
Vedremo chi tra noi due
Durerà questa notte
Perché ho tutte le mie fruste
Attorno a me
E sarò dannata

martedì 27 marzo 2012

Babalot, che fine avete fatto?



Ok, questa è una cover di Joe ma la domanda resta: che fine hanno fatto i Babalot? Dopo essersi fatti conoscere e amare, dopo essere diventati un ottimo fenomeno di nicchia, s'è letteralmente dissolto. Perché?
Voi li conoscevate? Vi piacevano?


Ecco la loro storia:

I Babalot sono un gruppo romano che riescono a fondere sonorità pop con elettronica, cantautorata, testi obliqui e mai scontati e musica alternativa. La loro peculiarità risiede prima di tutto nell'essere, nella teoria, un "gruppo aperto", anche se ora la formazione sembra stabile. Il loro cd d'esordio "Che succede quando uno muore" è un piccolo capolavoro, di quei cd che hanno una doppia faccia, da una parte accattivante, ironica, che strizza l'occhio su sonorità "facili", dall'altra arriva quella profondità immersa in un grigiore che è il quotidiano, sbalordendosi quasi della sua intensità. Un disco che pian piano ti entra dentro.
Un gruppo che punta innanzitutto sull'ironia, quell'ironia doppio taglio che non subito ci si aspetta, quell'ironia tagliente che ti fa sorridere e subito dopo ti fa pensare, e il sorriso si trasforma in quel ciglio alzato "e se.."
Dal punto di vista musicale i Babalot sono influenzati dai più disparati autori, dai Depeche Mode nella traccia "Medusa" che sembra uscita direttamente dall'angoscia degli anni 80 condita con una buonissima base di batteria elettronica e sinth, all'elettronica martellante di "3 Agosto" e "panca bestia" filastrocca obliqua dove un assolo di chitarra classica si intreccia perfettamente alla batteria elettronica, alla base di piano, al cantautorato disilluso di Rino Gaetano (del quale prendono molto) nella "morte di una medusa" "lo spettro" in cui la struttura in tre quarti mette veramente angoscia, "forse una donna" e "schifo" i pezzi forse più malinconici di tutto il disco, al più puro e semplice rock di "ferie mentali", al folk di "ma cosa ti ho fatto" fino ad arrivare ai piccoli stacchi improvvisati di elettronica tra una canzone e l'altra.
Altro punto estremamente interessante di questo gruppo sono i testi, che riescono ad imprimersi in testa subito e dop giorni ci si ritrova al pensare magari al senso di "sopra una panca sotto la luna sceglie una capra la sua fortuna, ogni sua cellula può raccontare quanto fa male farsi tosare" oppure al senso di claustrofobia di "sono quell'amico che ti ha fatto ubircare, quel crampo nero e fitto senza il quale non puoi stare [..] sono la tua colazione quando invece vuoi dormire, sono il vecchio senza sonno che si sveglia per morire" o ancora "esiste o non esiste niente, possibilmente riposante, per vivere felicemente, che non sia fare il cantante?".
Forse come loro dicono "forse una donna, così, tanto per scoprire tutto quanto". Io spero che questo metodo non lo trovino mai, in quanto li ritengo una della realtà più interessanti dell'underground da molto tempo a questa parte.

venerdì 23 marzo 2012

The Subways - We don't need money to have a good time


I Subways qui marcano un po' agli Offspring genere "I want you bad" specie nei riff di chitarra, però la canzone mette buon umore ed è un buon pezzo per questo venerdì.

Not gonna be the one to stay inside alone
Not gonna be the one to sit there by the phone
We've got a reputation, we'll shake it off someday
Not gonna be the ones to turn and walk away

No reservations
No hesitations
No bad reactions
Just celebrations

We don't need money to have a good time
C'mon c'mon c'mon c'mon
Forget our worries and do what we like
C'mon c'mon c'mon c'mon

Not gonna be the ones just talking to ourselves
Not gonna be the ones just sitting on the shelf
We got no education but we find a way
Not gonna be the ones to try and walk today

No reservations
No hesitations
No bad reactions
Just celebrations

We don't need money to have a good time
C'mon c'mon c'mon c'mon
Forget our worries and do what we like
C'mon c'mon c'mon c'mon

Not gonna be the fools who don't know who they are
Not gonna be the fools who just say blah blah blah
We got a reputation, I ain't gonna play
Or will you be the ones to turn and walk away

No reservations
No hesitations
No bad reactions
Just celebrations

Non abbiamo bisogno di soldi per divertirci
Dimentichiamoci i problemi e facciamo quello che ci piace

giovedì 22 marzo 2012

La performance dei Phinx


Questo video è la performance che i Phinx (band emergente italiana davvero brava, a dispetto di quel che si pensi e si dica) al Bozen Dance Festival. Dateci un'occhiata e non ve ne pentirete, magari li rivalutate. Molti pensano che siano il solito gruppetto indie niente di che ma invece meritano davvero. Il brano si chiama "Grey Child".

martedì 20 marzo 2012

ICani vs Gazebo Penguins, ecco lo split



Articolo uscito su YOUng.

Il prossimo 21 aprile si celebrerà come ogni anno il Record Store Day, ovvero la festa dei negozi di dischi, i pochi che sopravvivono ancora alla vendita dei megastore, alla pirateria e a internet. Per l'occasione sarà messo in vendita un 10’’ con una collaborazione tra due tra le migliori band emergenti, ICani e i Gazebo Penguins. Si tratta di uno split di quattro tracce, in cui ogni gruppo suonerà un proprio inedito e una cover dell’altro gruppo.

TRA CANI E PINGUINI – L’ep è stato prodotto dalla 42 Records e To Lose La Track, con la collaborazione di Audioglobe. La doppia copertina fluo è invece firmata da Legno. I Gazebo Penguins hanno così commentato questo nuovo lavoro: “Nell'era dell'internet sociale si diventa amici prima di incontrarsi.
Poi, se le cose girano bene, ci si incontra: o non ci si tollera, o si diventa più amici. Così è andata tra I Cani e i Gazebo Penguins.
Tutti e due i gruppi hanno fatto una cinquantina di date dall'uscita del disco, e mai nello stesso posto, se non in due occasioni: quando hanno suonato assieme.
E non solo nel senso che hanno fatto i rispettivi concerti uno dopo l'altro, ma proprio assieme insiem nel gran finale di serata, dove c'era chi si buttava sulla gente, chi saliva in piedi sulle casse, chi faceva cadere gli specchi sul palco, batteristi che litigavano, fonici alle tastiere, tastiere al pubblico, un macello. Ma bello. Anche da queste cose”.

lunedì 19 marzo 2012

Il Neapolis Festival si trasferisce a Giffoni


Il Neapolis Festival si trasferisce a Giffoni. Per Napoli è una cosa davvero brutta (con rispetto parlando per Giffoni e compagnia cantante), perché questo è il festival più grande del Sud Italia, un festival che io amo, una grande perdite per la mia città. Almeno ci sarà Patti Smith come ospite. Qui tutte le info.

sabato 17 marzo 2012

Intervista impossibile a Mauro E. Giovanardi


Ecco la mia intervista più o meno seria e possibile a Mauro Ermanno Giovanardi, per gli amici Joe! Cliccate qui per leggerla, troverete anche delle fotografie molto belle del suo spettacolo "Chelsea Hotel".

venerdì 16 marzo 2012

Rispolverando: Friday I'm in Love - The Cure


Sto lavorando ad un'intervista che comparirà domani su YOUng (spero di farcela!) ma, anche se non c'entra nulla coi Cure, oggi sono in rispolvero e quindi vi metto su questa bella canzone, con anche il testo, così potete fare anche il karaoke, come faccio sempre io!

I don't care if Monday's blue 

Tuesday's grey and Wednesday too 
Thursday I don't care about you 
It's Friday I'm in love 

Monday you can fall apart 
Tuesday Wednesday break my heart 
Thursday doesn't even start 
It's Friday I'm in love 

Saturday wait 
And Sunday always comes too late 
But Friday never hesitate... 

I don't care if Mondays black 
Tuesday Wednesday heart attack 
Thursday never looking back 
It's Friday I'm in love 

Monday you can hold your head 
Tuesday Wednesday stay in bed 
Or Thursday watch the walls instead 
It's Friday I'm in love 

Saturday wait 
And Sunday always comes too late 
But Friday never hesitate... 

Dressed up to the eyes 
It's a wonderful surprise 
To see your shoes and your spirits rise 
Throwing out your frown 
And just smiling at the sound 
And as sleek as a shriek 
Spinning round and round 
Always take a big bite 
It's such a gorgeous sight 
To see you eat in the middle of the night 
You can never get enough 
Enough of this stuff 
It's Friday 
I'm in love


giovedì 15 marzo 2012

Il ritorno di Bruce Springsteen - Wrecking Ball


Il boss è tornato! Il nuovo disco si chiama Wrecking Ball (Wrecking vuol dire distruzione, non male come titolo) ed è il 17° album del buon zio Bruce. Non l'ho ancora ascoltato tutto e per bene ma di primo acchito mi sembra davvero molto bello. Se volete, qui potete trovare la recensione che ha scritto un compagno di merende di FreakOut, mentre sotto vi posto una delle canzoni ch preferisco, ossia "You've got it".


mercoledì 14 marzo 2012

Band da conoscere - Casa del Mirto


Non so se avete mai sentito parlare dei Casa del Mirto, band triestina di musica elettronica. Sono davvero bravi e meritano tantissimo, non hanno niente da invidiare ai colleghi britannici oppure d'oltreoceano, che magari hanno solo una tradizione più forte rispetto a questo genere. Personalmente li adoro e non vedo l'ora di sentirli live!

martedì 13 marzo 2012

Metallo di Sarah Stride e Melissa P, la domanda è: perché?


Paura, eh?

Allora, siamo seri. Che Melissa P si creda una scrittrice è già infamante per il mondo dell'editoria in generale ma che ora si sia messa a scrivere canzoni come l'Hank Moody dei poracci&vagabondi dobbiamo solo gridare allo scandalo. E poi la povera Carolina Invernizio veniva definita "onesta gallina". Caro Gramsci, cos'avresti detto se fossi ancora vivo?
Naturalmente, il profondo brano è eseguito da un'artista (?) altrettanto degna, ovvero Sarah Stride (who?), una che riesce nell'ardua impresa di cantare peggio di Fiocco di Neve. Ad ogni modo, vorrei riportarvi questo significativo testo, solo che non si capisce niente quando questa tipa lo intona (consiglio un logopedista), le uniche frasi che ho inteso sono:

Dentro, fuori
è è è è lo stesso
cerchi di guarirmi ma non sai che cosa penso, perchè!

Roba da far tremare Bob Dylan, avete capito bene. Il video poi è parimenti trash, girato nella stanza delle torture di casa Argento, ci sono sta Sarah e Melissa vestite con un'asciugamano e un vestito nero da sciuretta che si tocchicciano un po' genere lesbo chic (cliccate qui se avete il coraggio). Ma se ne sentiva il bisogno?


LightSounds - La recensione

Recensione dell'ep "Aisha" dei Lightsounds, scritta per YOUng.

Non è facile un certo tipo di musica cantautorale con un allure alternativo, soprattutto in Italia. Un po’ per una questione di pubblico, che spesso mal recepisce, un po’ perché spesso si tenta la strada del cantare in inglese senza però averne il giusto know-how. I Lightsounds, giovane band napoletana, riescono parzialmente in quest’impresa non facile. I loro brani sono armonicamente molto ben costruiti, con un sound che riporta alla mente un po’ Amedeo Minghi, un po’ i Dream Theatre degli esordi, senza però essere mai banale grazie alle tante contaminazioni che rendono ogni pezzo un unicum nel suo genere. Nel loro primo lavoro discografico, l’ep “Aisha”, spiccano senz’altro “Future”, il pezzo più riuscito dell’album e la balland malinconica “Vivo e Muoio”. Purtroppo, i Lightsounds perdono un po’ quando si cimentano con l’inglese, un vero peccato, visto e considerato che con la loro lingua natale invece ci sanno fare alla grande; i testi forse potranno risultare un po’ banali ma poco male, infondo si tratta solo della loro prima opera, hanno tutto il tempo di migliorarsi. Molto bella la scelta della doppia voce maschile e femminile, un particolare a volte ardito ma che se ben riuscito conferisce ad ogni canzone tutta un’altra aria. L’unica pecca talvolta è l’intonazione ma anche qui, si tratta di errori perdonabili e rimediabili con un po’ di studio. Ottimo anche l’arrangiamento dei pezzi, sicuramente coadiuvato dalla bella armonia che c’è nella band, perché gli strumenti si compenetrano tutti molto bene. Insomma, speriamo che questi ragazzi continuino con impegno a lavorare, fare musica e a far parlare di sé.

Se volete ascoltarli, cliccate qui.

lunedì 12 marzo 2012

Lacuna Coil - Dark Adrenaline - La recensione


Coi Lacuna Coil si va sempre sul sicuro. Oramai sono una realtà assodata del metal made in Italy ma nonostante siano affermati e famosi in tutto il globo, non perdono mai un colpo, non s’adagiano mai sugli allori e danno sempre il meglio di sé. “Dark Adrenaline” è il loro sesto album in studio ed è un vero gioiellino, hanno perso la tonalità goth-metal che li ha resi famosi ma comunque il sound rimane molto godibile. 
Va detto che da un punto di vista tecnico siamo quasi alla perfezione: la voce di Cristina Scabbia è meravigliosa come al solito e il resto della band non è certo da meno, lo si sente da come si compenetrano alla perfezione gli strumenti in ogni traccia, sostanzialmente c’è un’armonia non comune. 
Nella tracklist spicca innanzi tutto il singolo di debutto, ossia “Trip the darkness”, brano molto introspettivo come i Lacuna non ne facevano da un po’, molto bella anche “Kill the Light”, che con una sonorità più elettronica vira più nell’alternative metal e da segnalare sono anche “Give me something new” e “Fire”. 
Una menzione d’onore va però all’audace impresa che la band ha compiuto con la cover di un pezzo storico dei REM, ossia “Losing my religion”. E’ vero che loro non sono dei novizi delle cover di un certo livello (come dimenticare “Enjoy the silence” dei Depeche Mode?) ma reinterpretare questo pezzo in chiave metallara non era certo cosa semplice, eppure loro sono riusciti nell’intento con notevole eleganza. 
Il bello di “Dark Adrenaline” è che non piacerà solo agli amanti del genere ma è apprezzabile da un pubblico molto più vasto e per questo forse si candida ad essere uno dei migliori lavori della band. 


domenica 11 marzo 2012

Veronica Falls - La recensione


Recensione di "Bad Feeling" dei Veronica Falls per FreakOut Magazine.

Su facebook c’è una pagina che si chiama “Quando indie non era ancora una bestemmia” e tutti gli iscritti si impegnano sempre a postare dei bei brani di band considerate indie che sono riuscite nell’impresa tutt’altro che semplice di non sputtanarsi nel tempo. Ebbene, i pezzi di questi Veronica Falls, seppure siano emergenti, potrebbero entrare di diritto nei video linkati in questa pagina, con lode e bacio accademico. 
Perché? Beh, nel 2011 essere definiti indie senza scadere in tutti i tragici cliché che questa parola comporta, inclusi jeans stretti e imbarazzanti, ciuffoni impomatati e gorgheggi degni di un pollo scannato… è un vero miracolo!
I Veronica sono un giovane quartetto della scena di Glasgow la cui fonte primaria d’ispirazione sono i Velvet Underground e i Primitives, da cui riprendono alcuni suoni leggermente psichedelici e tipicamente anni sessanta, mischiati sapientemente a melodie pop e a qualche suono un po’ dark.
Found love in a Graveyard” ha un ritmo ansiogeno ed incalzante, una canzone d’amore perfetta per un cimitero, effettivamente. Non si cambia registro neanche in “Beachy Head”, il cui motivetto accattivante fa pensare un po’ ai Beach Boys, o meglio, al loro corrispettivo inquietante. “Bad Feelings” parla da sé, mentre “Veronica falls” risulta molto più morbida e (quasi) rilassante.
Da un punto di vista tecnico, i ragazzi sono acerbi ma, come abbiamo detto, la giovane età fa la sua parte. Una delle cose che più funziona è l’utilizzo della doppia voce (i Veronica sono composti da due maschi e due femmine), una combo che da il meglio soprattutto nei brani più inquietanti. Tirando le somme, la band è promossa a pieni voti anche se il vero banco di prova sarà il secondo album, di cui speriamo di poterne scrivere ancora bene.

Colapesce - (breve) recensione


Colapesce è un cantautore di nome Lorenzo, siciliano ed ex membro degli Albanopower, una band indie che aveva avuto un certo successo di pubblico diversi anni fa (parliamo del 2008). Lorenzo-Colapesce è prodotto dalla 42, la stessa etichetta de ICani ed ha da poco pubblicato il suo primo disco "Un meraviglioso declino".
Non so onestamente se mi piace o meno. Nel senso che mi ricorda a tratti Vasco Brondi (anche se canta meglio ed è meno depresso), a tratti Dente e in tutto questo non c'è niente di nuovo insomma. Non capisco perché adesso ci sia questo trend di fare il cantautori un po' depressi, con la solita formuletta vecchia come il cucco di scopiazzare un po' in giro.
A voi piace?
Presto inizierà un tour, quindi penso che andrò a vederlo per farmi un'idea di com'è dal vivo. Se siete curiosi anche voi, ecco le date:

15 marzo 2012 – Perugia - Contrappunto

16 marzo 2012 - Bologna – Covo Club

17 marzo 2012 - Copertino (LE) TRIADE

18 marzo 2012 - Bari - Tatì

20 marzo 2012 - Roma – Locanda Atlantide

22 marzo 2012 - Benevento – Morgana

23 Marzo 2012 - Rieti YOUTHLESS CLUB

24 Marzo 2012 - Milano Maledetta primavera @ Magnolia

07 aprile 2012 – Catania - Mercati Generali

15 aprile 2012 - Palermo – Teatro Nuovo Montevergini 

20 aprile 2012 - Conegliano Veneto – Appartamento Hoffman

21 aprile 2012 – Torino - Spazio 211

24 aprile 2012 – Pinarella di Cervia (Ra) - Barrumba 

27 aprile 2012 – Firenze – Sala Vanni 

29 aprile 2012 – Marostica (Vi) - Panic Jazz Club

venerdì 9 marzo 2012

Tizianone Ferro evade il Fisco


A me lui era simpatico solo quando faceva XDONO perché all'epoca avevo tipo sedici anni. Poi dissero che era il Craig David (????) italiano e poi si è perso completamente. Adesso viene fuori che con tutti i soldi che s'è fatto grazie ai dischetti che le bimbeminkia gli comprano evade pure il fisco. Bleah. Qui tutti i dettagli di questo cantautore mirabilissimo.

giovedì 8 marzo 2012

Belle cover: Lacuna Coil - Losing my religion (REM)


Ammettiamolo: quando si tratta di cover il rischio cafonamma è dietro l'angolo. Per motivazioni che vanno dalla difficoltà del pezzo all'interpretazione, dal tipo di lavoro che si intende fare (inteso come reinterpretazione della canzone) e naturalmente, dal genere che fanno entrambe le band, che non sempre è lo stesso e non sempre è conciliabile.
I Lacuna Coil sono molto bravi e avevano già fatto bene con la cover dei Depeche Mode "Enjoy the silence" ma quando ho sentito che avevano anche fatto "Losing my religion" dei REM ho avuto un po' paura. Non ce la vedevo sinceramente in chiave metal, mi pareva un azzardo. E invece mi sono dovuta ricredere. La cover è splendida, rivisitata alla grande e arrangiata a meraviglia; la voce di Cristina Scabbia al solito mi fa impazzire e insomma, è un pezzo davvero bellissimo. Promossa a pieni voti.

Intervista a Mauro Ermanno Giovanardi


Intervista a Mauro Ermanno Giovanardi (ex La Crus), per gli amici Joe, per FreakOut.

Breve premessa: da fan della prima ora dei La Crus, l’idea di intervistare Mauro Ermanno Giovanardi (che del suddetto gruppo era la voce), mi ha messo in una condizione di 'un faccia a faccia' molto emotivo, in quanto è un' artista che ha cresciuto una generazione intera di appassionati del miglior rock d'autore italiano, tra molti anche la sottoscritta. 
Poi si scopre che in realtà Mauro Ermanno (per gli amici Joe) nonostante tutto (laddove tutto sta per successo, fama, riconoscimenti) è assolutamente una persona disponibile, simpatico e conscio di avere un solo difetto: la fede milanista.
Piccola chicca: il giorno in cui ho intervistato Joe (lo scorso 26 settembre), mi ha detto in anteprima d’aver vinto il “Premio per la reinterpretazione dell’opera” nell’ambito dell’edizione 2011 del Premio De Andrè, che ritirerà il 7 ottobre. 

Come descriveresti il tuo nuovo album “Ho sognato troppo l’altra notte?”
E’ un viaggio personale dentro le due metà degli anni Sessanta. L’immaginario a cui ho attinto sono le suggestioni di artisti come Mina, Gaber, Tenco, la musica che faceva da colonna sonora di “Studio Uno” (un celebre programma televisivo degli anni Sessanta in onda sulla Rai, ndr) ma anche alle colonne sonore di Morricone e dei film Western dell’epoca. Un viaggio in questo splendido periodo ma con la consapevolezza di essere nel 2011. Ho cercato di scansare manierismo e citazionismo, perché non si tratta di un revival ma è la mia storia, il mio modo di vedere la musica. E’ stato un difficile lavoro di equilibri. Volevo che si sentisse un sapore forte di quei periodi, senza che però il tutto risultasse macchiettistico.

Tra i brani della tracklist ci sono anche due cover (“Se perdo anche te” e “Bang Bang”). Come mai hai scelto proprio questi brani?
Le due cover in realtà mi sono servite per dare delle coordinate ben precise all’album. Avevo bisogno di due pezzi di quel preciso periodo beat che intendevo raccontare. Da un punto di vista concettuale, ero partito con l’idea di iniziare con dei brani appartenenti a quel periodo. Poi la scelta è caduta proprio su questi due perché, come mi racconta spesso mia madre, quando ero piccolo passavo tantissimo tempo ad ascoltare musica dal mangiadischi e la canzone che sentivo più spesso era proprio “Se perdo anche te”. Quando poi ho sentito la versione originale di Neil Diamond “Solitary Man”, mi ha ricordato immediatamente qualcosa. Così ho deciso di riprenderla in mano, di lavorarci un po’ su. Produrre il disco non è stato semplice, tra l’altro è una cosa che avevo in programma di fare da molto tempo, dal 2003. Il problema dell’esperienza beat è che è naufragata perché la maggior parte delle band rifaceva successi internazionali ma gli autori che scrivevano i testi erano attenti più all’assonanza fonetica che al testo in se stesso. Quindi, se riascoltiamo questi brani adesso, ci accorgiamo che non funzionano più. Per questo motivo, ho anche riscritto alcuni testi, modernizzandoli ed attualizzandoli. In sostanza, ho cercato di far convivere le mie due passioni per il beat e il cosiddetto cantautorato genovese. Rispetto a questo, è anche importante tenere presente che il rock è nato proprio in quegli anni Sessanta, che è uno dei motivi per cui mi affascina così tanto questo periodo. Le band dell’epoca avevano un territorio vergine, più aperto alle sperimentazioni. A loro era concesso tutto, o quasi.

E a proposito di band, visto che siamo in argomento: se gli anni Sessanta era l’epoca dei cosiddetti “complessi”, adesso è l’era dei cantanti venuti fuori dai reality show. Tu che cosa ne pensi?
Penso che tra dieci anni non ci ricorderemo di nessuno di loro. Queste trasmissioni stanno distruggendo la musica. Il problema è capire che la tv è un fine, non un mezzo. Lo scopo dovrebbe essere fare musica, non diventare un personaggio televisivo. Personalmente, poi, sono lontano da questo genere di cose, anche perché nei confronti della musica mi sono sempre posto come un artigiano.

Rimanendo sempre in tema di giovani, c’è qualche artista o band emergente che ti piace o di cui apprezzi il lavoro?
Mi piacciono molto i Virginiana Miller e ho grande fiducia in loro, spero che riescano ad avere il successo che si meritano. Apprezzo molto anche i Non voglio che Clara, i loro due ultimi dischi sono stati molto belli.

Hai collaborato con parecchi artisti, sia in passato coi La Crus che nella tua attività da solista. C’è qualcuno con cui vorresti lavorare, ora come ora?
Con i Virginiana Miller (esclama convintissimo, ndr)! Spero veramente di fare qualcosa insieme, prima o poi. E mi piacerebbe lavorare anche con Vinicio Capossela. Ci conosciamo da anni e tra noi c’è reciproca stima, quindi è da tempo che vorrei collaborare con lui, anche se non so ancora bene su che cosa.

Cosa c’è nel tuo futuro immediato? Ti ritroveremo a Sanremo 2012?
Non credo. O meglio, se andassi a Sanremo sarebbe solo per una questione di marketing o per azzerare la dicotomia tra i La Crus e il mio nome, visto che adesso sto proseguendo da solista. Per il resto, prenderò parte allo spettacolo “Chelsea Hotel” dello scrittore Massimo Cotto. Oltre a me ci sarà proprio lui come voce narrante e Matteo Curallo a chitarre e pianoforte. La storia è quella del celebre “Chelsea Hotel” di New York e racconta diversi aneddoti accaduti tra quelle mura. L’hotel è stato un vero e proprio riferimento culturale per tutto il XX secolo, basti pensare che ha ospitato artisti come Patti Smith, Bob Dylan, Dylan Thomas. L’idea è partire dai vari eventi che hanno segnato l’hotel per poi raccontare la storia della musica rock. La sceneggiatura, poi, è veramente molto bella. Sembra un racconto fatto tra amici, la trovo veramente godibile. Per quanto concerne me, canterò diversi pezzi storici del più ampio respiro, dai Velvet Underground ai Ramones. Per il momento, sono previste soltanto poche date, in attesa del lancio effettivo dello spettacolo, che sarà nel 2012. 


mercoledì 7 marzo 2012

Quando tutto va male, facciamo i produttori - il Ministro e gli Iori's eyes


Premessa: questo è un post malmostoso, fazioso e tendenzioso. Non parlerò bene di niente e nessuno. Però vi amo, sempre.

Quello che spinge certe persone a reinventarsi produttori musicali è un vero mistero, che mi tormenta notte e dì.
Prendete un simpatico ragazzo che suona la chitarra in una band abbastanza avviata, I Ministri (band che non disprezzo affatto, sono andata anche a due concerti loro... ok, non ho pagato il biglietto, però c'ero!), che potenzialmente potrebbe campare felice e contento.
Dico potenzialmente, perché siccome invece dentro di lui è radicato lo spirito da critico musicale, precisamente da quando faceva il "giornalista" e recensiva tanti bei dischetti (amore mio, scrivere per un fanzine non è fare il giornalista. Ok, eri pubblicista ma scrivere quattro amenità in croce non lo definirei propriamente giornalismo), appena ne ha avuto la possibilità ha deciso di menarsi (come diciamo a Londra) e di buttarsi pure lui nella produzione.
Molti dicono che quando uno si da alla produzione lo fa perché la sua band è alla frutta, oppure perché non ha veramente niente da fare e maschera tale nullafacentismo fingendo di voler esplorare "nuovi orizzonti".
Insomma, questo qui ha preso due tizi che musicalmente non sarebbero neanche troppo male, se non avessero tutto l'aspetto di due disadattati (call Enzo and Carla! Immediately!) e ha lavorato con loro ad un album che strizza terribilmente l'occhio a tutti i vari Crystal Castles e affini, addirittura mi scopiazzano un po' i campani Nouer (che però come bravura sono anni luce, giudicate voi cliccando qui), in un ensemble che ha del triste.
Ammetto di non aver sentito tutto il disco ma non penso di sbagliarmi, appena l'ascolterò saprò dirvi meglio.
La cosa che non capisco è come mai il simpatico ragazzo abbia avuto la brillante idea di produrli. Giuro, glielo chiederei personalmente se rispondesse a mail-telefonate-sms-segnali di fumo. E' plausibile che non risponda perché si mette scuorno, essendosi reso conto anche lui dell'autogoal compiuto.
Il gruppo ha anche un brutto nome (come se non bastasse) ossia Iori's eyes. Avevo pensato che forse volevano omaggiare D'Annunzio ma poi ho realizzato che forse manco sanno chi è, D'Annunzio.

A voi piacciono?



"Creative Commons Rock Night", due giorni per liberalizzare la musica


Articolo per YOUng. Credo molto nella liberalizzazione della musica e quindi supporterò quest'evento ad oltranza. Se siete d'accordo con me, condividete nel pubblico o nel privato e venite alle serate!

Si fa sempre un gran parlare delle liberalizzazioni in senso generale ma troppo poco spesso si parla nello specifico delle tematiche relative alla musica. Esiste la SIAE, con il classico copyright che pone delle rigide condizioni agli autori e a coloro che voglio usufruire delle opere create, e si dà per scontato che sia l'unico punto di riferimento dei musicisti.

CREATIVE COMMONS ROCK NIGHT - Ma le cose sono cambiate da qualche anno, ovvero da quando sono state istituite le Licenze Creative Commons, appartenenti alla controcultura del Copyleft, che consente la tutela del diritto d’autore, aprendosi però alle moderne realtà del downloading e del file sharing. E’ per questo motivo che il 10 e il 17 anni il Dada di Saviano (Napoli) sarà teatro delle “Creative Commons Rock Night” vol. 1 e 2, due serate di musica live organizzate da una combo tra l’etichetta in copyleft Subcava Sonora e l’agenzia di management musicale Sud Express-ERA, con artisti che hanno prodotto e distribuito i loro lavori senza ricorrere alla SIAE, come hanno fatto molte band europee e americane anche molto note, una su tutte i Nine Inch Nails.

CON NOUER E WALTON ZED - Si parte il 10 con i Nouer, rock band composta da Mariano Vacca (voce e chitarra), Eva D. (basso) e Daniele Esposito (batteria), protagonista di oltre 70 live in Italia ed Europa, che conla Subcava Sonora ha pubblicato l'EP 'Love Revolution', che diviederanno il palco con Dagon Lorai, compositore, polistrumentista, pittore, poeta e regista, giunto alla quarta pubblicazione discografica e attualmente impegnato con il Frigidarium Tour 2012 . Il 17 sarà la volta di  Walton Zed, artista visionario ed eclettico che si esibirà in assetto poWer trio per un live Pulp’n’roll con Davide Montagna (batteria acustica) e Giacomo Mariniello (chitarre pulp), presentando inoltre la preview del suo lungometraggio “Delitto al Monsignor Hotel”, ed i Borderline, che hanno pubblicato nel 2011 con la Subcava Sonora l’ Ep 'Bere Fuoco', da cui è stato tratto il singolo 'Strofa e Ritornello', video di rottura nei confronti delle band patinate, cliccatissimo su youtube anche grazie alla regia di Marcello Surino, film-maker degli Assalti Frontali.Un' occasione importante per ascoltare nuove realtà artistiche e musicali  e per ribadire che il download libero non è solo distruttivo ma anzi, potrebbe far conoscere alla musica una nuova dimensione

martedì 6 marzo 2012

Cindy Lauper - To Memphis with Love - La recensione


Recensione del disco di Cindy Lauper "To Memphis with love" scritta per FreakOut Magazine.

Attenzione, attenzione: se siete degli estimatori degli anni ottanta, probabilmente, sapete già di che cosa stiamo parlando, quindi forse questa mia vi servirà poco. Ma in effetti, anche se non siete Eighties-dipendenti, come si fa a non amare Cyndi Lauper
Dopo aver raggiunto il successo negli anni Ottanta, con uno stile un po’ trash-punk aprendo la strada ad artiste come Madonna, si è successivamente data al blues, genere sicuramente più congeniale al suo tipo di voce. 
Pur avendo fatto tanta gavetta e anche una lunga carriera tra musica e cinema, Cyndi è considerata una delle cantanti più sottovalutate nella storia della musica recente. Il giudizio deriva probabilmente dal suo essere stata completamente battuta sul campo dalla signora Ciccone o più semplicemente, i fan della prima ora non hanno voluto o saputo accettarla nella sua rinnovata veste di blues-woman, fatto sta che la Lauper merita. 
Questo suo nuovo lavoro, “To Memphis, with Love”, è un CD/DVD di un concerto in cui la Nostra si scatena, dimostrando tutta la sua passione (e appunto, il suo talento) per la musica del diavolo. Il disco-dvd ripropone in realtà i brani del suo penultimo album, “Memphis Blues”, registrato proprio nella città-simbolo del genere e questo ultimo lavoro è stato filmato proprio lì, a gennaio 2010 nella perfetta cornice della Warehouse. 
Dal vivo la Lauper rende anche meglio che nelle registrazioni e sul palco si scatena, duetta con ospiti come Johnny Lang Tracy Nelson, rifà “Crossroads” di Robert Johnson e alla fine chiude con una versione meno punkettona e più adulta di “Girls just wanna have fun”. 
In conclusione: se siete dei fan, non potete perdervelo ma anche se non siete fan, dovete ascoltarlo per cultura personale, perché raramente troverete un’ex icona pop degli anni Ottanta che riesce così bene nel blues.


Greatest hits - Intervista a Immanuel Casto


Vi ripropongo una mia intervista al Casto Divo uscita sul Corriere del Mezzogiorno (edizione di Napoli).

Immanuel Casto: un nome, un perché. È l’artista più discusso degli ultimi tempi, l’ideatore del genere «Porn Groove», l’alfiere della liberazione sessuale, la leggenda vivente del web, che sabato 30 ottobre si esibirà nella sala 3 del Duel Beat di via Scarfoglio a Napoli, nell'ambito della rassegna «iSabato« curata da Freak out. Le sue canzoni, nonostante il ritmo accattivante, hanno in realtà testi di grande denuncia sociale. A partire dal suo primo successo, «Che bella la cappella», tutta giocata su doppi sensi erotico-religiosi, passando per «50 bocca, 100 amore», con chiara allusione alla prostituzione, per finire con una delle sue ultime canzoni, «Escort 25», che ben riassume tutte le polemiche che sono state fatte negli ultimi periodi riguardo le giovanissime che scelgono d’intraprendere questa «carriera». Proprio per questi brani così spinti, i suoi video non hanno mai conosciuto grande fortuna sui canali musicali mainstream, sebbene il suo successo sia stato ampiamente riconosciuto anche dalla popolare Mtv, che nel 2008 gli dedicò uno speciale all’interno del programma «Loveline», condotto da Camilla Raznovich. Ma dove non può la tv arriva il web, dove le canzoni di Immanuel non conoscono confini di alcun tipo. Chi però s’aspetta che Casto Divo (come lo chiamano i suoi centinaia di adepti), al secolo Manuel Cuni, sia irriverente e un po’ spinto, come le sue canzoni, si sbaglia di grosso. Manuel è un ragazzo molto educato e gentile, oltre che colto. Non ne siete convinti? Allora leggete quello che ci ha raccontato.

Partiamo naturalmente dalla tua musica. Da dove prendi ispirazione per scrivere le tue canzoni?
«Le ispirazioni alle base dei miei testi sono molte, ma il punto di partenza è quasi sempre l'osservazione della realtà. Poi c’è anche un’importante componente liberatoria. Anche se i miei brani sono più che altro ironici, sono convinto che ascoltarli abbia un effetto quasi catartico, specie nel clima di moralismo in cui viviamo adesso».

Sei una delle stelle più brillanti del firmamento del web, ma i tuoi video vengono un po’ snobbati dalle emittenti musicali. Perché succede? 
«In realtà è un discorso molto più ampio, non credo che si tatti di censura. Quando ci sono interessi d’altro tipo, la moralità viene sempre messa da un’altra parte. Sfondare il muro del mainstream è complicato per ogni artista emergente, indipendentemente dal genere che faccia, sia che si tratti di passare un brano in televisione che alla radio. Per esempio, le grandi emittenti radiofoniche tendono a preferire canzoni di ex concorrenti di reality show, oppure di grandi nomi della musica, piuttosto che di artisti meno noti. Per questo motivo, non mi sento vittima di censura, credo sia semplicemente un problema di mercato».

Hai mai ricevuto critiche pesanti sulle tue canzoni?
«Certamente, ogni giorno. Sia perché utilizzo ironia e provocazione ma anche perché non emetto sentenze riguardo ai fatti di cui parlo. Se nei miei testi denunciassi apertamente qualcosa, dicendo che è sbagliata, non solo tutti capirebbero la mia opinione ma poi otterrei un effetto banale, in netto contrasto col mio atteggiamento di apertura e non di giudizio. Lascio che sia chi mi ascolta a trarre le proprie conclusioni».

Da quali artisti, italiani o internazionali, trai ispirazione? 
«Ho moltissime influenze in fatto di musica. Dal punto di vista del sound del mio ultimo album, direi Daft Punk, Justice, Depeche Mode ed anche Madonna».

Hai beneficiato molto di internet per la diffusione della tua musica. Pensi che siti come myspace siano ancora validi per gli artisti emergenti? Ti capita mai di scoprire nuove band tramite la rete? 
«Più che Myspace, sento tantissima musica su Youtube. Tra l’altro, uso molto internet , mentre guardo pochissima televisione. Ultimamente, proprio grazie a Youtube, ho scoperto artisti come Little Boots e Robin che mi sono piaciuti tantissimo. La rete ti consente di fruire di più contenuti, senza particolari criteri o censure. Così chiunque può condividere quello che preferisce. Per me il futuro dei media è proprio nel concetto di one-to-one, che ti consente di avere accesso ad un qualsiasi contenuto, quando e dove si vuole». 

Quali progetti hai per il futuro? 
«A breve sarò ospite fisso di un programma in tv, anche se non posso ancora svelarne il nome. Per ora sto continuando il tour e poi mi dedicherò alla conclusione del disco, che uscirà nel 2011, di cui sono veramente soddisfatto, perché è molto rappresentativo di quello che faccio. Anche i contenuti sono molto vari, spaziano dalla sessualità alla cronaca».

Ultimissima domanda. Che ne pensi dell’ultimo ciclone che si è abbattuto su Berlusconi, che coinvolge una ragazza minorenne di origine marocchina che ha parlato di festini a casa del premier? 
«Non mi sono documentato molto sulla vicenda ma come al solito, sono colpito dall’ipocrisia di cui è ammantata la faccenda. Ma questo non è che l’ultimo caso in cui imperversa ipocrisia allo stato puro. In fondo, allargando il discorso, si potrebbe dire che nella nostra società il sesso ed il sangue rimangono i topoi dell’intrattenimento».